Apriti, parco! | i materiali
Il Parco della Pace è grande, molto bello ma purtroppo ancora chiuso. Sono 65 ettari di terra alla periferia nord della città di Vicenza, al fianco di una base militare americana e con una storia travagliata di battaglie popolari, progetti ambiziosi, percorsi di partecipazione, bonifiche belliche e lavori complessi.
Facendo tesoro di tutto questo, ora il Parco può diventare una grande opportunità per la città, un luogo dove possiamo andare per trovare orizzonti ampi e natura, ma anche per sviluppare nuove relazioni e costruire percorsi di pace tra persone, popoli e con l’ambiente. Ci piace pensare che la società civile possa giocare un ruolo importante nella gestione del Parco così da dare un’anima a questa grande risorsa della città.
È con questo spirito che ci siamo uniti all’ampio gruppo di associazioni Rete Parco Pace che ha organizzato una bella giornata di studio sul futuro del Parco. In questa giornata abbiamo affrontato alcuni dei temi fondamentali per l’identità futura del Parco (ad esempio l’accessibilità e il legame con il territorio agricolo circostante) ma anche esaminato alcuni possibili modelli di gestione sulla base di esperienze in altre città d’Italia.
È stata una giornata intensa e molto partecipata, i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale hanno ascoltato attentamente e preso tanti appunti!
Noi, intanto, condividiamo i materiali presentati:
Claudio Bertorelli, La visione che ha ispirato il Parco della Pace
Stefano Munarin, Un grande parco in un contesto peri-urbano, può funzionare?
Viviana Ferrario, Parco e attività agricole, possono funzionare insieme?
Gloria Funes, Arsenale della Pace, Sermig Torino, Spezzeranno le loro falci per farne aratri
Daniele Ballarin, Arsenale della Pace, Sermig Torino, La bontà è disarmante
Silvio Anderloni, Storie di grandi parchi e gestione partecipata alle porte di Milano
Gianni Zulian, Possibili forme di collaborazione tra pubblico e società civile nella gestione di un bene